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Ancora prima di sostenere la temuta maturità, gli studenti iniziano a pensare al proprio futuro. Tra le diverse opzioni c’è sicuramente la possibilità di continuare gli studi all’università, ma non è sempre una scelta facile da prendere. Non è sbagliato avere le idee poco chiare, e non c’è nulla di male nel nutrire dubbi, paure e perplessità.

 

Si comincia, allora, ad interrogarsi per capire qual è il corso di laurea più adatto, ci si allena a riconoscere le proprie abilità, a considerare eventuali sbocchi lavorativi, le possibilità di carriera ecc.

Tutte cose giustissime, che però, allo stesso tempo, possono farci imboccare la strada sbagliata; la quale non porta a riscoprirci come persone a cui è destinato un progetto grande di felicità.

L’università è quel contesto plurale in cui siamo chiamati a condividere con persone diverse da noi per cultura, religione, identità politica un percorso comune. Senza omologare le differenze, ma rispettandole e valorizzandole. In questo orizzonte il “sapere” acquisito non rimane un deposito personale da custodire gelosamente, bensì un bene da condividere. E in università, come nella vita, è fondamentale il discernimento vocazionale: se vissuto seriamente presentando a Dio dubbi, desideri e possibili vie da intraprendere, ci permette di comprendere qual è l’ambito del reale che più ci interpella, chiamandoci lì a spendere la nostra esistenza, in definitiva qual è la nostra più intima vocazione umana.

 

Ecco perché, per vivere nel migliore dei modi questo tempo che ci è dato da studenti, abbiamo chiesto ad alcuni professori universitari dei consigli per poter fare la scelta giusta!

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