Imperfetti nell'unità
Commento al Vangelo della festa della Assunta 15 agosto 2020
Assunzione della B. V. Maria - Beata sei tu, che hai creduto - 15 agosto 2020
Prima lettura: dal Libro dell’Apocalisse, cap. 11 v. 19 e cap. 12 vv. 1-6 e v. 10
Apparve una donna vestita di sole
Con il Salmo 44 diciamo:
Risplenda la Regina, Signore, alla tua destra
Seconda lettura: dalla Prima Lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, cap. 15 vv. 20-27
Cristo, resuscitato dai morti, è la primizia
Dal Vangelo secondo Luca, cap. 1 vv. 39-56
Beata te, che sei credente
La solennità dell’Assunzione di Maria in cielo in anima e corpo ci ricorda che la risurrezione di Cri-sto è il cuore della fede cristiana. Paolo di Tarso ci ricorda: «Cristo è risorto dai morti, primizia di co-loro che sono morti» (1Cor 15,20); è lui «il primo nato tra quelli che sono morti» (Col 1,18), è lui che ci ha aperto la strada e ora ci attende nel regno. Questa è la fede che la Chiesa da oltre due millenni trasmette, ma molti fanno fatica ad aderire a questa verità e a uniformare la propria vita a partire da questa certa speranza: Cristo ci ha aperto la via verso la vita definitiva. Oggi contempliamo il transito di Maria di Nazaret, Madre di Dio e discepola orante della Parola, da questo mondo alla vita defini-tiva. La cristianità fin dall’inizio ha creduto all’Immacolata Concezione di Maria e alla sua Assun-zione, perché in lei, Madre di Dio e del Risorto, è anticipata la situazione che attende tutti noi, se avremo dato ascolto alla sua parola e aver vissuto una vita d’amore con cuore indiviso. Paolo ci ri-corda che «Dio sarà tutto in tutti» (1Cor 15,28) e saremo fatti partecipi della vita divina. Il vangelo di oggi è la famosa “visitazione” di Maria a Elisabetta, festa che in oriente è detta aspasmós, cioè sa-luto di salvezza. Dopo l’annuncio di Gabriele a Nazaret, Maria «si alzò (risorta) e si mise in viaggio» (Lc 1,39) e il cuore della narrazione è l’incontro tra queste due donne, due madri con i loro rispettivi figli. Appena Elisabetta sente il saluto di Maria, che in sé porta il Figlio di Dio, avverte che il bambi-no nel suo grembo sussulta e lei è ricolmata di Spirito Santo. È così che Elisabetta indirizza a Maria quattro parole dense di significato: Madre del mio Signore, benedetta più di tutte le donne, beata, hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore. Con questa descrizione è presentata Maria come modello di credente e di discepola, che ha accettato la chiamata a essere la “serva”, cioè la “condot-tiera” del Signore: la sua carne è data al Figlio di Dio, il salvatore del mondo. È così che dal cuore Maria prorompe nel Magnificat, con il quale canta la gioia perché Dio rovescia i potenti e i tiranni e prende a cuore la sorte dei deboli e dei poveri. Maria è testimone della misericordia di Dio, perché è Madre della Misericordia, cioè di Gesù, che è l’immagine visibile del Padre.