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25 giugno 2021

Inno alla carità di S Paolo
La carità è paziente,
è benigna la carità;
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;
tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta,
La carità non verrà mai meno…

Abbiamo voluto citare, senza aver noi merito, le parole di S Paolo conosciute come “Inno alla Carità”.
Questo per raccontare la nostra piccola esperienza di famiglia.
Per noi la carità tra i coniugi e nella nuova famiglia che abbiamo costituito non rappresenta esclusivamente l’attività caritativa verso i poveri, i malati, i bisognosi. Ci sembrerebbe assai riduttivo. La carità nella nostra famiglia riguarda innanzitutto l’amore reciproco tra di noi, Peppe e Lucia e tra noi genitori e le nostre figlie, Giulia e Daniela, e poi, come suo prolungamento, l’amore verso tutti, con attenzione preferenziale alle persone in situazione di necessità.
La carità è la dinamica della santità, del vivere in grazia di Dio. Gesù ha detto: “ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi” (Mt 7, 17). Questo albero che rappresenta l’unico cuore, unito nel nostro vincolo matrimoniale, è l’intenzione, l’orientamento fondamentale che ha creato la nostra fisionomia spirituale e si esprime negli atteggiamenti e nelle azioni di tutti i giorni. Dio ci ha fatto partecipi della sua vita attraverso l’Amore, in una carità che è stata primariamente suo dono e secondariamente è stata nostra scelta ed impegno, concretizzando ogni azione nel servizio incondizionato.
La nostra carità matrimoniale, nella donazione e nel dono, completano l’amore che è desiderio dell’altro: insieme si armonizzano nel desiderio di essere felici e con la gioia e la consapevolezza di rendere felici gli altri, le nostre figlie e chiunque incrociamo sul nostro cammino!
La voglia di incontrarci dopo una giornata di lavoro, anche di litigare per poi far pace e chiederci scusa…ci fa credere fortemente e veramente che è bello che io ci sia ed è bello che tu ci sia: solo in questo modo siamo cresciuti e continuiamo ogni giorno a confermare il nostro sì. Tutto questo sicuramente tra mille difficoltà e fallimenti che mai come oggi ci rendono vulnerabili!
Certo il mondo di oggi ci vuole preparati sotto tutti i punti di vista, ma lo sviluppo delle abilità è solo un aspetto della crescita dei figli a cui noi genitori dobbiamo contribuire. Ve ne sono altri e forse molto più preziosi. Il dialogo familiare, una visita domiciliare per portare conforto ad un ammalato o ad un anziano. Un’ora di servizio vissuto, insieme ai figli, nella Caritas parrocchiale, presso un’Associazione di Volontariato o, ancora meglio, impegnati in un Laboratorio Teatrale di quartiere…. Quanto tempo dedichiamo a questo tipo di attività? Abbastanza, perché le avvertiamo come impegni formativi, utili a sviluppare abilità e a far crescere i nostri figli come persone complete, che si preoccupano del mondo che hanno intorno.
Anche l’umanità reclama di essere educata, anzi ha il diritto di essere educata. Tra di noi ci siamo detti più volte che questo è forse il primo impegno che dobbiamo assumerci come genitori: stimolare le doti umane dei figli che il Signore ci ha donato e insegnar loro a riconoscersi fratello, amico, figlio, compagno di viaggio di chiunque si incontra.
E allora, partendo dalla nostra esperienza di famiglia, che ci ha regalato momenti importanti di crescita e condivisione, vorremmo invitarvi a riordinare l’agenda e a stabilire un calendario di impegni da svolgere insieme con i figli, prevedendo attività che li aiutino ad allargare il cuore, perché imparino a percepire la sofferenza di un amico o a condividerne la gioia, ad acquisire l’abilità di usare l’intelligenza per aiutare qualcuno, risollevare chi è nel bisogno, promuovere iniziative a tutela del Bene Comune.
Tutto questo non si improvvisa, ne siamo certi, richiede allenamento, bisogna esercitarsi molte ore, occorre frequentare la palestra in cui si apprende l’arte e la disciplina dell’amore.
Amare è l’abilità che prima di tutte come genitori abbiamo il dovere di far apprendere ai nostri figli. Per questo occorre sacrificare ogni energia e guardarsi negli occhi ogni giorno, ripetendo insieme che la carità non verrà mai meno: la carità ci invita a guardarci dentro, affinché non rendiamo vana la croce di Cristo e perché non poniamo ostacoli all’azione dello Spirito Santo.
E solo ponendo attenzione ad ogni piccolo avvenimento e guardando il nostro prossimo negli occhi per scoprire il volto di Cristo, riusciremo ad essere figli autentici del Padre Nostro che è nei cieli!
Buon cammino di carità a tutti!

Lucia Lamberti e Giuseppe Giardullo

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