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29 luglio 2021

È tardi e in casa c’è solo voglia di andare a dormire ma Emma non la pensa così, ha da dire una “cosa” importante e, raccolta l’attenzione di tutti, comincia ad argomentare: “non è GIUSTO che…”

Chissà quante volte i nostri piccoli ci hanno chiamato in “causa” rivendicando le ingiustizie subite e chissà quante volte anche noi nelle nostre giornate da “adulti” tra il lavoro e il resto, facciamo esperienza di giustizia ed in-giustizia. Spesso abbiamo la forza e l’energia di difendere il giusto altre purtroppo siamo noi che causiamo situazioni ingiuste. Di certo anche a noi sarà capitato di lamentare un “non è giusto!”.
Ma tornando alla dimensione famigliare, come viviamo nelle nostre famiglie la GIUSTIZIA? Quale testimonianza diamo nel nostro quotidiano domestico? Come ci sforziamo di educare alla GIUSTIZIA?
L’argomento è impegnativo e noi non saremo certo esaustivi, siamo qui per condividere e raccogliere osservazioni e commenti. Proviamo a dare il nostro contributo, la nostra testimonianza, felici di condividere e accendere il confronto con dei “vecchi” amici.
Prima di arrivare a noi è bene darci delle coordinate precise, quindi cominciamo ricordando quello che siamo, come abbiamo assunto il significato di giustizia e come ci siamo costruiti il senso di giustizia insito in noi.
Sappiamo dov’è la sorgente e andiamo lì a rileggere dal Catechismo della Chiesa: “…La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune. L'uomo giusto, di cui spesso si fa parola nei Libri Sacri, si distingue per l'abituale dirittura dei propri pensieri e per la rettitudine della propria condotta verso il prossimo.”
Eccoci siamo noi, genitori di AC. Giustizia per noi significa: rispetto dell’altro, armonia nelle relazioni, equità, dirittura dei propri pensieri, rettitudine della condotta, in sintesi coerenza con il Vangelo…un gioco da ragazzi, insomma…

Queste sono le coordinate per vivere a pieno e bene la nostra vocazione di genitori che restiamo sempre un po’ educatori e un po’ animatori, e questo spesso aiuta a rendere possibile ciò che è difficile ma mai impossibile.
L’impegno che noi tutti viviamo è quello di essere coerenti, sempre: il nostro stile, le nostre scelte, i nostri “sì” e i nostri “no” sono sempre il termine di un dialogo (non solo parlato) chiaro, sincero ed assertivo che rispecchia le nostre scelte, la nostra identità che si sforza di svelare le nostre fondamenta, stimolando curiosità. La curiosità a capire e a sperimentare come anteporre il bene della comunità famiglia al proprio comodo sia possibile e non rappresenti esperienza di privazione o disagio.
Non sempre siamo lucidi e/o abbiamo tempo e pazienza per farlo ma sappiamo che dobbiamo sforzarci di sostenere la fatica. Di certo alla fine troviamo il tempo di tornare sugli argomenti, chiarire e condividere le perplessità di chi anche guardando a noi si sta impegnando a diventare grande.
Naturalmente non mancano i fallimenti, non sempre si riesce ad essere chiari come si dovrebbe, magari a volte serve del tempo perché si possano metabolizzare dei “no”, ma sappiamo che l’impegno resta, nonostante la tentazione di qualche facile “sì”.

L’aspirazione è quella di educare i nostri piccoli a riconoscersi come costruttori di giustizia e non meri utilizzatori. Renderli curiosi di come attivare comportamenti che generino giustizia nelle loro relazioni: rispettare i compagni, gli insegnanti, gli educatori, chi ha una qualsiasi difficoltà, favorire armonia ed equità nei contesti aggregativi che frequentano, non fermarsi a temere le diversità ma gioire dell’originalità di ciascuno, restare fedeli al proprio essere e rispettarsi.
Lavoriamo tanto affinché possano sentirsi protagonisti della propria crescita, consapevoli che si può essere attivi nella società, partecipare e contribuire con i propri limiti ma soprattutto con i propri talenti.

Ci auguriamo di avere sempre l’atteggiamento del seminatore, curando e proteggendo finché è necessario per poi lasciare che germoglino e diano frutto a modo loro aprendosi al mondo con lo sguardo libero e il cuore puro, certi che avranno sempre una casa dove tornare quando vorranno.

Giuseppe De Santis e Daniela Tancredi

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