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27 aprile 2022

Spesso non diamo il giusto valore alla figura dell’educatore, o anzi, siamo quasi noi educatori a dare per scontato questo “dono” che ci è stato affidato. Un dono che per i più piccoli si trasforma in un incontro di crescita, in un punto di riferimento da seguire e talvolta un “esempio” di vita e di fede. Proprio come quando al loro posto c’eravamo noi, più piccoli, e guardavamo il nostro educatore come una figura fraterna alla quale confidare con spontaneità le esperienze della nostra adolescenza. Difatti la condivisione e il confronto sono parole chiave per l’educatore poiché permettono, attraverso il loro esercizio, la crescita sia spirituale che umana dei più giovani.
Ed è proprio per questo che l’educatore non isola un problema, un dubbio, un momento di gioia ma cerca di condividere con il ragazzo ogni aspetto di quell’età vivace e attiva.
A sua volta l’educatore non si isola dalla famiglia associativa, ecco perché nascono i consigli, le riunioni, appunto per confrontarsi e supportarsi a vicenda. Non bisogna sottovalutare questo aspetto, perché esporre esigenze, esprimere punti di vista e prendere decisioni condivise è propedeutico per motivare e stimolare sempre di più l’educatore nella propria missione di fede.
Nel cammino di un educatore, però, può arrivare quel momento di sconforto, come se si volesse mettere fine a questo cammino, del non sentirsi all'altezza, isolandosi così dal gruppo... ma quale supporto migliore se non quello del gruppo stesso che ti sostiene nel servizio educativo?
In fondo siamo essere umani, è lecito sentirsi scoraggiati, ma basterebbe riflettere un po’ e capire che non si è mai soli perché in fondo essere educatore è gioia, responsabilità, coraggio, pazzia e soprattutto un educatore non è mai solo ma fa parte di una grande famiglia associativa!
Ivan Passero
Parrocchia Sant’Agnese V. M., Sava di Baronissi

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