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Commento al Vangelo del Natale del Signore 25 dicembre 2020

NATALE DEL SIGNORE - Ci è stato dato un figlio - 25 Dicembre 2020

Prima lettura: dal Libro del profeta Isaia, cap. 9 vv. 1-3 e 5-6
Ci è stato dato un figlio

Con il Salmo 95 diciamo:
Oggi è nato per noi il Salvatore

Seconda lettura: dalla Lettera di san Paolo apostolo a Tito, cap. 2 vv. 11-14
La grazia di Dio c’insegna a rinnegare l’empietà

Dal Vangelo secondo Luca, cap. 2 vv. 1-14
La storia di Gesù, l’Emmanuele

Siamo giunti alla notte di Natale e ancora una volta la Parola rischiara le tenebre e tanti ricordi si affacciano nella nostra mente, perché questa notte, come quella di Pasqua e la veglia di Pentecoste sono le notti che poi hanno portato la luce che è Cristo. Siamo come il popolo di cui parla il profeta Isaia nella prima lettura: «Il popolo che camminava nella tenebra ha visto una luce grande, sugli abitanti di una terra adombrata dalla morte, è brillata una luce» (Is 9,1 testo più letterale). Forse Isaia descrive l’esperienza del pellegrinaggio del popolo di Giuda a Gerusalemme e, come facciamo an-che noi, camminava di notte e allo spuntare dell’alba hanno potuto ammirare la città santa e questa visione li ha accesi di gioia indicibile. Matteo cita questa immagine per descrivere l’inizio del ministero di Gesù (cfr. Mt 4,15-16) e stanotte anche noi possiamo comprendere che la luce è Gesù, che nasce, matura la sua vita in mezzo agli uomini, poi vive il mi-stero pasquale. Natale è comprensibile solo alla luce della Pasqua, altrimenti diventa una visione trasognante e senza contenuto. Stanotte, come dice il Sal 95, gioiscono i cieli, esulta la terra, freme il mare e ogni creatura in esso racchiusa. Colui che viene giudicherà con giustizia e sappiamo bene che la giustizia di Dio è anche misericordia, è comprensione, è correzione e chiamata a cambiare mentalità. Paolo, scrivendo a Tito, afferma che «si è resa visibile [c’è in greco il verbo dell’epifania] la grazia di Dio, che porta la salvezza a tutti gli uomini» (Tt 2,11), dunque la venuta del Cristo è per tutti e il suo progetto di salvezza è universale. Paolo descrive quattro caratteristiche della grazia resa visibile: discende da Dio; è salvifica (Gesù è chiamato Salvatore da Gabriele), è universale, quindi tutti sono chiamati; infine, è colei che insegna come camminare sulle vie di Dio. Viene, dunque, presentata la pedagogia divina, che contempla due caratteristiche: quella al negativo, che chiede di rinunciare alle passioni come l’empietà e i desideri del mondo, cioè gli idoli, e poi al positivo esorta «a vivere con sobrietà, giustizia e vera religiosità nel presente, nell’attesa della beata speranza [ricordiamo la risposta al mistero della fede nell’eucaristia], cioè della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (Tt 2,12-13). Natale non è sentimentalismo, dice Paolo a Tito, ma uscire dal peccato, assumere uno stile di vita evangelico, gustando i valori della sapienza, della giustizia e della pietà: si tratta di vivere le stesse qualità di Dio.
Oggi gli angeli ci chiedono di accogliere il dono che è Gesù stesso, per diventare gli uomini che Dio ama e la sua benevolenza ci trasforma e ci converte: il Figlio di Dio si fa uomo per farci come lui.

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