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Papa Francesco, Laudato Si’ - Sulla cura della Casa Comune

 

10. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati.

 

11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione».[19] La sua reazione era molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste. Il suo discepolo san Bonaventura narrava che lui, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella».[20] Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.

 

13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune.

Attività: Lascia il Segno

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1.Preparazione

Dopo aver recuperato il materiale, come indicato nelle Note che trovi all’interno della sacca (un grande foglio bianco, colori, scotch ecc), prepara l’ambiente: predisponi un’ambiente confortevole (un tavolo libero dove poter poggiare il grande foglio); una parte di pavimento sgombra, una porzione di parete libera, dell’acqua per bere. Una raccomandazione importante: l’attività va svolta singolarmente. Evita quindi che ci siano ingressi di altre persone nella stanza per il tempo in cui si svolge l’azione. Avvisa gli altri componenti della famiglia, eventualmente presenti in casa, che hai bisogno di circa 45 minuti di tempo da solo senza essere interruzioni. Chiudi il cellulare che ti occorrerà solo al termine per fare foto del prodotto.

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2.Svolgimento

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Lasciati guidare dalla voce di Maria Rosa che ti accompagnerà in questa nuova esperienza. Non lasciarti distrarre o condizionare, astieniti da giudizi e commenti. Fidati!

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3.Conclusione

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Ora che hai lasciato il tuo personale segno e siamo giunti al termine ti aspettano delle domande per riflettere su questo lavoro.

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[PDF RIFLESSIONE PERSONALE]

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Gli artisti a volte si sentono come in un viaggio di scoperta. Essi vogliono una visione fresca del mondo, fuori di ogni nozione scontata, di ogni pregiudizio sulla carne rosea, sulle mele gialle o rosse. Non è facile affiancarsi da queste idee preconcette, ma gli artisti che meglio ci riescono creano spesso le opere più interessanti. Sono loro che ci insegnano a vedere nella natura bellezze nuove che mai avremmo sognate. Se li seguiamo e impariamo da loro, perfino guardare dalla finestra potrà diventare un’avventura emozionante.

 

A raccontarcelo è il professore Alfonso Di Muro, storico dell’arte.

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[SCARICA QUI LE SLIDE]

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Video

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“Adesso è perfetto”. Non tutti hanno la medesima sensibilità artistica, ma a quasi tutti preme di mettere “a posto” qualcosa. Può essere soltanto questione di trovare la giusta cintura da accordare con un certo vestito, o addirittura la preoccupazione della porzione giusta di pietanza e contorno sul piatto. In ogni caso, per banale che sia, sentiamo che un’inezia in più o in meno può turbare l’equilibrio, e che un’unica sistemazione è come deve essere.

 

La manager Tina Ciaparrone ripercorre la sua storia e ci mostra come più di una volta ha dovuto ricercare l’equilibrio nelle novità che hanno cambiato la sua vita.

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